venerdì 13 novembre 2009

Perché qui è così facile e su WordPress non ci riesco?

lunedì 5 gennaio 2009

Didattica

Ogni insegnante si dovrebbe porre il problema della didattica, quando questo non avviene inevitabilmente l’insegnante ricade nella didattica che ha vissuto da scolaro e da studente, con l’osservazione più o meno conscia: “Se ha funzionato per me, funzionerà anche per i miei allievi”.


La domanda didattica si basa in fondo su una domanda apparentemente semplice: “Che cosa fa di un insegnante un buon insegnante?”

Per rispondere a questa domanda però occorre tenere conto di molte variabili. I problemi, o le variabili, che al momento mi sembrano più urgenti sono due:



  • il problema della quantità di informazioni

  • il problema disciplinare


Il problema della quantità di informazioni


Un problema che mi trovo quotidianamente a dover risolvere è quello della scelta delle informazioni che voglio dare.

Non solo quindi come voglio insegnare, ma cosa voglio insegnare.

Lo Stato italiano con i programmi ministeriali, tra l’altro vergognosamente antiquati, ci dà delle indicazioni piuttosto imprecise.

Ogni insegnante, dopo il primo anno di insegnamento, si rende conto che non si può materialmente insegnare in un anno tutto quello che c’è nei programmi ministeriali e, fortunatamente, non è neanche richiesto. E’ evidente che l’insegnate debba fare delle scelte. Posso fare un esempio tratto dalle mie materie, ma vale per qualsiasi: vi immaginate che in un anno sia possibile imparare la storia nei suoi particolare dal Medioevo (476 caduta dell’impero romano) alla crisi del 1600? O tutte le correnti filosofiche dalla sua nascita (IV sec. a.C.) alla fine del Medioevo (1492)? Ripeto: è evidente che occorra fare delle scelte.

Diciamo quindi che lo Stato, all’infuori di indicazioni di ordine generale, che hanno lo scopo di organizzare per esempio i programmi delle diverse materie fra di loro, ci dà soprattutto degli obiettivi. Tali obiettivi (i famosi OSA) sono ciò che dobbiamo veramente tenere d’occhio nella compilazione dei programmi. All’interno degli obiettivi didattici, siamo relativamente liberi di insegnare quello e come vogliamo.

Questo secondo me è un punto molto importante, perché molto spesso noi insegnanti ci nascondiamo dietro ai programmi, in fondo per lavorare meno e giustificarci nel fare ciò che abbiamo sempre fatto. ¨

Il problema che ognuno di noi deve quotidianamente affrontare è quante informazioni vogliamo dare e vogliamo che i nostri allievi apprendano.

Durante il Rinascimento una persona colta era quella che sapeva a memoria l’Iliade, l’Odissea e altri testi ritenuti fondamentali. I libri erano molto costosi, li si poteva leggere nelle biblioteche, piuttosto rare, ben pochi privati ne possedevano. Con la diffusione della stampa la situazione cambiò relativamente poco, e io ricordo ancora il mio professore di italiano che insegnava la Divina Commedia citandola a memoria. Già ai nostri tempi però l’insegnamento non voleva più essere nozionistico e lo studio a memoria era già considerato una livello molto basso di studio, riservato al più alle scuole medie, come esercizio, e non ai licei.

Oggi il computer e Internet si sono sostituiti sempre più all’uso dei libri, nel bene e nel male: questo è un fatto che dobbiamo accettare, così come Platone dovette accettare che la scrittura andava sostituendo sempre più la tradizione orale. Cercare e rintracciare informazioni è diventato sempre più facile e soprattutto veloce grazie a Internet.

Mi chiedo allora: dobbiamo continuare a farcire i nostri studenti di informazioni? La maggior parte di queste informazioni sono inutili, nel senso che al fuori della scuola non ne faranno mai uso; spesso poco interessanti, per lo meno dal punto di vista dei ragazzi e di facile accesso nel caso in cui ne abbiano bisogno. Dobbiamo allora sprecare il poco tempo che abbiamo a fargliele imparare?

Gli obiettivi scolastici ministeriali danno in realtà molto peso allo sviluppo delle competenze, per esempio la capacità di trovare informazioni e sceglierle criticamente. Ciò significa naturalmente anche che quando facciamo delle verifiche non ha senso richiede delle pure informazioni, ma l’utilizzo di informazioni per esempio per analizzare o sviluppare una teoria. Non è allora che la nuova didattica non voglia dare più alcuna informazione, ma intende fornire informazioni esemplari, utilizzare le informazioni non come fine ma come mezzo per ciò che vogliamo insegnare, per esempio l’analisi critica di una teoria.

Quando prepariamo una lezione allora inizieremo dal chiederci quali sono i nostri obiettivi; anche noi dovremmo imparare ad essere critici e chiederci perché vogliamo adesso, a questo punto dell’anno, in questa classe, parlare e far studiare l’Illuminismo. Mi devo chiedere cosa voglio che i miei studenti sappiano di questo argomento, cosa voglio che si ricordino, cosa devono aver imparato alla fine. Se seguiamo pedissequamente il libro di testo, che è la cosa più facile da fare, questo non può avvenire e tenderemo invece solo a farcire le lezioni di informazioni senza un vero obiettivo, lasciandoci guidare da chi in fondo ne sa più di noi (i curatori del libro di testo), ma non conosce noi, i nostri alunni, la speciale situazione in cui ci troviamo ad insegnare. Ci comportiamo quindi come soldatini che dicevano signorsì, senza chiedersi il motivo delle loro azioni.


Il problema disciplinare


Che i ragazzi al giorno d’oggi non siano più quelli di una volta è un modo di dire banale e scontato. Già Platone e Aristotele si lamentavano della decadenza dei tempi, e questo dovrebbe farci riflettere... Penso che tutti o prima o poi ci siamo trovati a dire “Ai nostri tempi non ci saremmo mai sognati di rispondere così ad un’insegnante” o una frase del genere.

Non voglio dire che questo non sia vero, ma forse dovremmo ricercarne le cause e non solo fare un’asserzione di fatto. Perché i ragazzi non accettano più la scuola così com’è e non si comportano a scuola come vorremmo? Il problema secondo me è a monte: come vogliamo che si comportino? Come voglio che si comporti mio figlio? Cosa gli insegno? In 50 anni siamo passati da un’educazione autoritaria ad un’educazione democratica: quanti in casa danno ancora del Lei o del Voi ai genitori? Quanti non possono che rispondere signorsì quando un genitore dà un ordine? Quanti credono ancora che il padre abbia sempre ragione (anche nel caso in cui abbia torto), per il fattodi essere il padre, di essere un adulto, di essere uno che ne sa di più? Quanti di noi insegnano questo al proprio figlio? In realtà sappiamo che non è giusto, e almeno a parole, tentiamo di insegnargli ad essere critico, a pensare con la propria testa.

I motivi di questo cambiamento sono sociali, storici e politici e non dubito che la maggior parte di voi siano d’accordo che non vogliamo creare dei giovani adulti obbedienti, alla peggio dei bravi soldatini che dicono signorsì, ma dei giovani critici che abbiano delle idee proprie e che sappiano difenderle.

La storia recente ha dimostrato quanto sia pericoloso avere un popolo pronto ad accettare tutto ciò che un’autorità gli dice. Questo però sembra non valere per la scuola. Questa è rimasta praticamente la stessa dai tempi dei nostri nonni. In Italia nella maggior parte dei licei ci si alza quando entra in classe l’insegnate, pretendiamo di parlare per 40 minuti di cose più o meno noiose senza sentir volare una mosca, gli allievi devo accettare quello che gli si dice, tranne poi mostrare uno sviluppato senso critico quando a comando lo richiediamo nei temi.

Detto molto semplicemente: la disciplina che pretendiamo a scuola non è compatibile con l’educazione democratica che impartiamo ai nostri figli e che in fondo riteniamo giusta. Ogni genitore sa che la strada di un’educazione democratica ben è più difficile da seguire che quella di un’educazione autoritaria. E’ un’educazione fatta di zone d’ombra, di limiti flessibili, di colloqui e disponibilità alla discussione e al mettersi in gioco. Chi prende questa via senza riflettere, come forse avviene nella maggior parte dei casi, si trova ad un certo punto con il problema dell’adolescente che, conseguente con quanto ha imparato, pretende di dire al genitore cosa secondo lui è giusto e cosa è sbagliato ed a comportarsi conseguentemente. Anche a scuola quindi, anche come insegnanti, dovremmo affrontare il problema in modo cosciente e chiederci cosa si significa una didattica democratica.

Link: OSA ministeriali (storia e filosofia si trovano a pag. 82)per una descrizione e spiegazione degli OSA: http://matmedia.ing.unina.it/news/riformasecondociclo/Cosa+sono+gli+Osa.htm

mercoledì 24 settembre 2008

E' passata un'eternità dall'ultima volta che ho scritto.

Il nuovo anno è cominciato, e ci sono molte lezioni da preparare.
Nelle classi continuo ad utilizzare i nuovi metodi. In particolare il Lernplan (modulo) a lunga scadenza. I ragazzi lavorano indipendentemente e consegnano tutto dopo due o tre settimane. Hanno anche molta scelta tra i lavori che possono fare. Inoltre ho voluto organizzare ogni modulo con una parte generale (obligatoria) e una parte di approfondimento (facoltativa).
Sembra funzionare bene.
Qui e là arrivano ancora proteste del tipo: "Ma perché non ci racconta lei le cose, che le sa meglio", ma come al solito sono i più pigri a lamentarsi di dover lavorare. Poi alla scelta: "Se spiego, dovete studiare e fare i compiti a casa, altrimenti lavorate in classe", la maggior parte della classe preferisce tenersi il tempo libero.
Per le pagine wiki l'inizio dell'anno va un po' a rilento. Come al solito occorre un po' perché ci si abituino.
La valutazione è in generale positiva da parte mia, fra un po' vedrò cosa ne dicono i ragazzi.

Per verificare le informazioni e averne qualcuna in più potete andare a vedere sulle mie pagine wiki:
www.filosofiainstrosenberg.wetpaint.com (la pagina filosofia dell'Istituto sul Rosenberg di San Gallo);
www.storiainstrosenberg.wetpaint.com (la pagina storica della scuola)
ma anche la pagina uffciale della scuola, (ovviamente anche questa fatta da me)
www.sezitaliana.wetpaint.com

mercoledì 16 gennaio 2008

Compad

Dopo l'ennesimo tentativo penso finalmente di essere riuscita a caricare il video per dare uno sguardo in una delle mie classi mentre lavorano con il compad su Marx.

martedì 15 gennaio 2008

Esercizi di italiano

Dopo aver visto il lavoro che Ewa ha fatto su Porta Portese, ho pensato di creare degli esercizi anche per i miei ragazzi, anche perché nel mio corso di AP Italian (l'esame che dà accesso al quinto semestre nei college americani) uso per forza di cose moltissimi materiali su internet.

Eccone un esempio:

Il caffè

Qualche curiosità sul caffè:

Esiste il caffè "nero"? - E di che altro colore dovrebbe mai essere?

Si dice "espresso"? - Se siete stranieri è meglio dirlo. O - per farvi un piacere - vi porteranno quei bibitoni lunghi che si bevono all'estero.

Qual è il senso dell'espressione "prendiamo un caffè?" ? -Il senso è: stiamo un po' insieme, facciamo due chiacchiere. Non siete costretti necessariamente a bere un caffè. Al bar (dove siete andati a "prendere un caffè") potete bere anche dell'altro. E per la filosofia del caffè vedi il link 'o ccafè.

Fa male il cappuccino dopo pranzo?- A te che lo bevi no. A me che ti guardo sì.

Che differenza c'è tra un caffè al vetro e uno in tazza? -Il caffè è lo stesso: così come il vino è lo stesso se lo bevete in un bicchiere grande o piccolo, in un calice, in un bicchiere di plastica o alla bottiglia. Sta a voi scegliere cosa preferite.

Cos'è un "marocchino"? -Fermo restando che ogni città o paese ha i suoi usi e costumi, generalmente un marocchino è un caffè al vetro con cacao, crema di latte e panna.

Qualche esempio del significato del caffè nella cultura italiana? Nella musica per esempio, o nel cinema (anche un filmato con Sofia Loren), nella letteratura.

Esistono anche Caffè memorabili, come il Caffè Greco a Roma.

Per completare puoi provare a fare gli esercizi che trovi qui.

Qual'è la storia del caffè? Come arrivò in Italia? Da dove deriva la parola? Ma il caffè fa bene o male? Cerca le informazioni sul questo sito.

"Il caffè" è stato anche il titolo di un importante giornale in epoca illuministica. Sai dire chi erano i suoi fondatori e a quale altro importante illuminista italiano erano legati? (Guarda anche su questo link).

Esistono anche dei Blog sul caffè

Bene, spero che ti sia divertito e abbia trovato interessanti notizie.

E ora anche per me è l'ora del caffè!!


sabato 10 novembre 2007

Erfolgskontrolle

Hier bin ich wieder. Drei Wochen sind schon vergangen in denen ich Zeit hatte, einige Methoden in meinen Klassen auszuprobieren.





Erstens: Das WIKI. Auf einer Skala von 1 bis 10, kann ich leider nur eine 3 geben!! Die Arbeit mit Wiki gefällt mir, gefällt meiner Rektorin (Werbung ist immer gut), auch meine Kollegen finden es interessant, aber die Schüler ... nach der ersten Begeisterung habe ich keine Ergebnisse gesehen. Nichts hat genutzt: Notenversprechungen, wieder erinnern, Anwendung während des Unterrichts. Es wird als zusätzliche Last empfunden. Ich bleibe aber dran. Vielleicht brauchen die Schüler etwas mehr Zeit.





Zweitens: Die Lernumgebung. diese Methode von Rob empfohlen hat eine langfristige Wirkung, deswegen ist es jetzt schwierig zu sagen ob sie funktioniert oder nicht. Ich habe sie in allen drei Klassen für meine beiden Fächer (Philosophie und Geschichte) eingeführt und habe den Eindruck dass es gut läuft. Nur in einer Klasse (4LS, Matura Klasse) sind die Schüler sehr unterschiedlich in der Arbeitsgeschwindigkeit, auch weil einige zu Hause viel zu viel gemacht haben. Da sie aber allgemein viel zu tun haben, habe ich bis jetzt niemanden gesehen, der sich in der Stunde langweilen musste. Ich muss aber daran denken und zusätzliches Material vorbereiten.





Drittens: Das Compad und die Concept-Map. Das Compad habe ich in einer Klasse probiert, und es hat sofort funktioniert! Das war wirklich ein Erfolg! Danke Peter!

Zwei Gruppen hatten als Aufgabe je einen Text von Marx darzustellen. Die Texte waren bekannt weil sie schon in der Klasse gelesen und Übungen dazu erledigt wurden. Fast alle Schüler haben gut mitgearbeitet. Nur einen Aussenseiter konnten wir nicht dazu bringen ernsthaft mitzumachen.





Hier ein paar Fotos (Erlaubnis gefragt!)

















Die Concept-Map ist für meine Schüler nicht neu, da ich immer bei der Bearbeitung eines Textes eine Concept-Map verlange. Es ist aber neu gewesen, sie in Gruppen zu erstellen, und in einigen Fällen hat es Probleme gegeben, weil die Schüler nicht daran gewöhnt sind in einer Gruppe zu arbeiten. Es war auch neu die Concept-Map im Posterformat zu kreieren, und an der Wand zu haben. Vorher hatten sie es nur im Heft, was auch oft bedeutet hat: gemacht-vergessen. Jetzt haben sie es jeden Tag vor Augen. Mal gucken ob es als Memorandum wirkt.


Momentan ist das alles. Wenn sich etwas Neues ergibt, werde ich mich wieder melden.

Mich würde aber auch interessieren ob sonst noch jemand eine dieser Methoden probiert hat und welche Erfahrungen er oder sie damit gemacht hat. Falls ja, schreibt mir doch mal!!


venerdì 12 ottobre 2007

Tag 5

Heute ist es der letzte Tag, Schade!!
Ich habe in dieser Woche sehr viel gelernt, und es hat auch Spass gemacht (obwohl ich gegen Spass im Unterricht bin!). Mit Sicherheit gibt es noch tausend Sachen, die ich noch, im Computerbereich, lernen könnte. In Zukunft, vielleicht.
Wenn ich die Möglichkeit hätte, würde ich zum IKT Kurs kommen, leider ist es nicht möglich. Was momentan noch offen ist? Ich möchte wissen wie ich ein PDF Document erstelle. Es kann sein dass es supereinfach ist, aber ich habe es noch nicht gemacht und ich glaube ich werde es in meinem WIKI brauchen (ich kann wohl nicht nur Word Documents laden, die jeder beliebig ändern kann, oder?).
Nächste Woche wird auch wiki wiki sein. Die Kurse scheinen nicht "streng" zu sein, aber es ist immerhin der ganze Tag, und ich werde allein mit meiner süssen zweijärigen Leyla zu Hause sein (tagsüber geht sie zur Tagesmutter, keine Sorge), d.h. aber keine Hausaufgaben!! Und ich muss auch noch mein Portfolio vorbereiten ... unmöglich zu sagen wieviele Stunden ich dafür brauchen werde.
Zum Glück mache ich das gern!

A proposito di podcast. Ho trovato questo di interessante, ma tutto il sito mi sembra interessante.